UPDATE | Che succede?

Diario di bordo.

Oggi ho aperto la pagina del blog e mi sono resa conto che l'ultimo post pubblicato risale a gennaio. "Che succede?" Come disse il buon Morgan rincorrendo Bugo fuori dall'Ariston.
Photo credit: Colvin IG stories
Gennaio: sembra passato un anno e invece siamo solo ad aprile. Nel frattempo, è arrivato il COVID-19 e siamo in quarantena, chiusi in casa a fare i conti con noi stessi e con le conseguenze del dopo-coronavirus quando si arriverà alla fine di questa storia; è passato oltre un mese da quando ci è stato detto di non uscire se non per questioni di necessità, e tra l'altro io a casa ci sto benissimo. Altro che quella cosa nuova che chiamano "smart working", io smart worko da casa, in solitaria, dal 2014, quindi di che quarantena stiamo parlando?

Eppure...
La mancanza di qualcosa di importante si sta facendo sentire: di quelle poche ore a settimana in cui vado dai miei a mangiare cena, da sempre viste come una cosa ovvia, dovuta, normale. Ordinaria amministrazione. Di quei brevi momenti in cui, quando entro dalla porta della loro casa, sento tre voci che gridano: "ZIAAA!". Di quella stretta troppo stretta, siciliana, di mia nonna che mi martoria la guancia con la mano per avvicinarmi a lei e darmi un bacio. Tutte azioni che ora vedo come miraggi e che prima erano solo l'ennesima serie di cose normali nella vita. Non che dessi loro poca importanza prima, ma come tutte le cose si apprezzano sempre di più quando ti mancano un po'.

Ammetto di sentirmi in una posizione privilegiata: non ho perso il lavoro (non ancora, almeno!), condivido il distanziamento sociale con Davide - quindi non sono sola - e soprattutto ho la possibilità di fare più o meno tutto quello che mi passa per la testa per far passare il tempo. Mi alleno, cucino, impasto pizze e dolci (quando trovo farina e lievito negli scaffali dei supermercati!!!&%/*), faccio yoga, prendo il sole in cortile... Non ho proprio nulla di cui lamentarmi.
Tuttavia, ho passato le ultime due settimane in tenuta costante da casa, senza trucco né la minima parvenza di dignità, ho condiviso sui social le mie giornate power più positive, di workout, di yoga, così come quelle meno belle: quelle tristi, di ansia e di autocommiserazione. L'ho fatto perché sono convinta del potere della condivisione "no matter what" di momenti giusti e meno giusti. La mia idea di social non è far apparire tutto splendidamente candido ed etereo (kudos a chi ci riesce!), ma di raffigurare ogni aspetto della vita così com'è, in modo genuino e sincero, perché farlo mi ha fatto capire che in qualche modo aiuto anche voi, che mi scrivete in messaggio privato e parlate con me di tutto ciò che ci succede e di ciò che proviamo.

Ora però vorrei sapere da voi come state, cosa fate e come state affrontando questa quarantena. Che cosa vi manca di più della normalità? E che cosa non vedete l'ora di fare quando tornerà tutto a posto? Io non aspetto altro che sfondarmi la faccia di sushi e sashimi!

Vi aspetto qui sotto nei commenti.
Un abbraccio virtuale fortissimo, spero che stiate tutti bene e buona Pasqua.

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